Superare il simbolo per una nuova politica. Rapporto fra potere, simbolo e azione politica.

Le categorie del pensiero umano influenzano la nostra vita in maniera affascinante ma anche con mistero ed oscuramente. Poco ci è chiaro dei nostri meccanismi del pensiero.

Chiameremo questo quadro Liberismo.

Chiameremo questo quadro Nazi-Fascismo.

Chiameremo questa miniatura Comunismo.

Chiameremo questo quadro Cattolicesimo.

Queste immagini sono messe non per banalizzare e schematizzare o tanto meno per mancare di rispetto a qualcuno. Ma quale evocazione e rimando al significato del valore del fatto di fronte all’ osservatore.

Non è possibile parlare di politica senza parlare di due dimensioni :

il rapporto fra simbolo e politica.

il rapporto fra potere, chi lo esercita e chi lo subisce.

Queste due dimensioni inquadrano il rapporto fra noi e la politica. Lo limitano e lo inquadrano in categorie mentali preformate e quindi precostituite.

Il simbolo è una categoria del pensiero umano particolarmente potente, ma fonte di limiti e di limitazioni allo stesso pensiero. Sarebbe possibile analizzare il simbolo in rapporto alle semiotica, alla psicologia, alla psicoanalisi, alla logica. Questa analisi ci porterebbe lontano e forse non faremmo un passo avanti. Anche per le nostre limitate conoscenze in questi campi.

Il simbolo è un costrutto culturale, una rappresentazione convenzionale; è un’entità che sta per un’ altra cosa : non è la cosa stessa ma è una sua rappresentazione o evocazione.

Probabilmente il simbolo è intimamente connesso con le stesse strutture cerebrali che ci caratterizzano. Per parlare delle nostre percezioni, della poesia, dell’ arte, della politica faremmo meglio forse a parlare solo di neuropsichiatria. Ma questo sarebbe riduttivo.

Quando guardiamo un quadro, quando facciamo una esperienza, una cena, qualsiasi atto umano, questo atto è un atto simbolico. Rappresentabile quindi con una categoria che richiamo altro, esperienze precedenti, preconcetti culturali, esperienze che richiamano altre evocazioni psicologiche.

La politica è una esperienza simbolica. Evocativa. Di fronte agli stessi fatti, alle stesse realizzazioni, agli stessi aspetti positivi, ai tremendi aspetti negativi le reazioni sono guidate da una visione mediata da evocazioni che si basano su esperienze passate recenti o remote, con una base strettamente individuale.

Esistono cose chiare e verità assolute, ma esistono cose sfocate e verità che appartengono a chi le guarda. Verità assolute che a volte si sfumano per ignoranza, per troppa conoscenza, per malafede, per troppa buona fede.

Il dibattito politico è una esperienza simbolica. Per questo assoluta, ma anche parziale e pericolosa, soprattutto se affrontata con molte certezze e pochi dubbi.

Questo portale non solo ha una valenza pragmatica (nella accezione riduttiva o filosofica che ne vogliamo dare) ma ha anche una valenza destrutturante.

Non occupandoci di temi etici, vogliamo fare questa operazione.

Destrutturare il simbolo e ripristinare nella sua interezza il fatto, il problema, il dibattito, le persone e le loro dignità e responsabilità. Estrarre dalla percezione personale l’ oggetto e restituirla ad una valutazione più oggettiva.

Questo processo è lungo, ricorsivo, evolutivo. Toglie delle ombre e subito ne appaiono delle altre.

E’ un percorso che va condotto guardando negli occhi l’ altro ed è un percorso di rispetto. Una destrutturazione per ricostruire nel dubbio e nel rispetto dell’ altro. Non indecisione. Ma decisioni prese pensando che siamo influenzabili, imperfetti, soggette ad errore.

E’ un percorso che non finisce. Un percorso etico anche se su temi non etici (che vogliamo lasciare alla loro dimensione personale e trascendente).

La destrutturazione e ricostruzione del simbolo, riconduce ad un’ altra categoria del pensiero che richiama il potere. Il suo esercizio e la sua definizione.

Chiameremo questo quadro Comunismo.

Chiameremo questo quadro Fascismo.

Chiameremo questo quadro Cattolicesimo.

In questa operazione di destrutturazione e ricostruzione, non tutte le categorie possono essere bilanciate e ricondotte ad un uguale sistema di misurazione. Ma l’ altro ed il rispetto per la persona possono ricondurre alcuni temi ad una operazione di più equilibrata misurazione.

Il rapporto fra simbolo e potere è di per se una categoria importante di analisi. Calare in politica questa analisi vuole dire definire un sistema di misurazione che possa tenere conto del rapporto fra potere e simbolo.

Il potere ha una valenza simbolica ed ugualmente può rafforzare o diminuire il simbolo.

Non esiste politica senza rapporto con il potere. Non esiste potere senza simbolo e senza rapporto con la politica.

Nella operazione di destrutturazione e ricostruzione del simbolo, non possiamo non considerare il rapporto fra potere, politica e fatto.

La politica si fonda sul potere. Non può esistere senza il potere di agire.

Ma il rapporto fra potere e persone è della stessa valenza fra simbolo e persona.

Non può non introdurre la categoria del dubbio.

Il potere va giudicato, esercitato, definito, valutato, pensato in rapporto all’ altro. In una logica quindi di rispetto e di dubbio.

La democrazia crediamo che si basi tutto sulle logiche che abbiamo evidenziato.

Destrutturare ogni simbolo per ricostruire un percorso basato sul dubbio, sul rispetto e sulla dignità della persona.

In questo percorso, nessuno di noi si può considerare solo spettatore del quadro. Ma deve diventare artista. Perchè l’ unico modo di destrutturare il simbolo è quello di mettere in discussione quello che vediamo.

DeterminAzione di un percorso che può cambiare noi stessi e forse anche gli altri.

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