Spesso partiamo dalla cronaca come spunto delle nostre riflessioni e proposte.
Ci colleghiamo ad una notizia : http://www.repubblica.it/politica/2013/01/11/news/bersani_vedremo_se_monti_ha_messo_polvere_sotto_al_tappeto-50304434/
La notizia ha avuto rilievo, ma non tanto per tutto quello che sottende.
E’ la notizia più esplicativa dell’ attuale dibattito politico. Molto attento al commento sulle persone, piuttosto che sui contenuti.
L’ Onorevole Bersani è il segretario del partito principale di opposione (prima) ed attualmente al governo (prima della caduta) con il governo Monti.
Lasciamo passare il fatto che la dichiarazione chiama in causa diretta le responsabilità del proprio partito (attualmente al governo). Non siamo interessati a polemiche su questo o quello.
Il punto centrale è che un segretario di partito non deve porsi il problema della polvere sotto il tappeto di questo o quello. L’ Onorevole Bersani dovrebbe porsi il problema di quali azioni legislative possono evitare la condizione di mancanza di trasparenza nella gestione dei conti pubblici.
Il passaggio da farsa a contenuti è tutto in questo cambio di visuale e di prospettiva. Guardare lo stesso problema, ma da un’ angolazione differente e più costruttiva, perchè basata sui contenuti e sul cambiamento.
Sappiamo che tutto questo è poco populista, contro la pancia delle democrazia, un filo intellettuale. Ma ogni dirigenza ha l’ obbligo di insegnare e di guidare. Il resto è populismo. Comodo e facile populismo.
Il dibattito politico deve essere incentrato se sia giusto spendere 20 MLD sulle scuole, sugli asili, sulla cassa integrazione o anche sulle spese militari. Scelte legittime, opinioni diverse, strategie di posizionamento.
Il dibattito politico non può essere incentrato sul fatto che i 20 MLD siano in realtà 18 MLD o 22 MLD. I numeri non possono essere una opinione.
La nostra proposta è quella di analizzare tutte le autority ed organismi deputati alla gestione dei conti pubblici e determinare quali sono gli elementi che garantiscono maggiore trasparenza sui bilanci pubblici.
Ad ogni elezione non è possibile assistere ad affermazioni che cadono nel silenzio solo per la scarsa attenzione della pubblica opinione, ma che hanno in sè una gravita elevata (sia se vere, sia se false) e che minano alla base il rapporto fra cittadino (finanziatore) e Stato (finanziato).
Abbiamo già fatto proposte sulla trasparenza di tutti i conti pubblici. Aggiungiamo la necessità di tracciabilità nella aggregazione dei dati.
Per esempio :
1) la correlazione fra bilanci, leggi e capitoli di spesa non è facile. I bilanci sono aggregati contabili nel quale il rimando fra una voce e l’ altra non è assolutamente scontata nè facile.
2) trasparenza e visibilità di ogni spesa. Il cittadino deve avere gli stessi dati disponibili alla Ragioneria Generale dello Stato. Esistono delle esigenze di segretezza che possono essere indirizzate e facilmente isolate dal punto di vista contabile.
3) Esistono delle poste in tutti i bilanci che possono essere governate in maniera di parte per arrivare a risultati di cali o crescite sui bilanci stessi. Ammortamenti, valorizzazioni, ecc. ecc.. Si rimanda all’ articolo sul caso di Studio Aler, per avere alcuni esempi a riguardo di valorizzazioni immobiliari. Tutti i criteri di determinazione su queste poste devono essere univocamente e chiaramente identificati per evitare interpretazioni contabili diversificate ed opinabili.