E quando la fatal prora d’Enea
per tanto mar la foce tua cercò,…
La sineddoche è una figura retorica che consiste nell’uso, in senso figurato, di una parola al posto di un’altra mediante l’ampliamento o la restrizione del senso.
Per esempio “scafo” al posto di “nave”.
L’ Expo 2015 è quindi la sineddoche dell’ Italia di oggi. La parte che rappresenta il tutto.
Esiste un libro ad opera di Alessia Gallione che illustra la cronistoria dell’ Expo : “Dossier Expo”. E’ un libro di circa 300 pagine, di facile lettura.
Il sito ufficiale dell’ Expo 2015 è all’ indirizzo http://www.expo2015.org/.
Il Passato.
Esistono molteplici riflessioni che possono essere fatte sull’ Expo 2015, partendo dalle riflessioni del libro di Alessia Gallione.
Almeno 230 pagine del libro (non per colpa dell’ autore) trattano dell’ assegnazione dei terreni. Burocrazia, veti incrociati, interessi di parte, orgoglio, circoli, ecc. ecc. fanno si che uno degli eventi più importanti che ospiterà l’ Italia nei prossimi anni, si è ridotto per un biennio (2009 – 2011) a discussione sui terreni che dovranno ospitare la manifestazione.
Il passato è quindi rappresentato dal peggiore teatrino della politica (diciamo pure di tutta la classe dirigente) che guarda il dito delle opportunità dei terreni e non vede la luna di cavalcare un evento mondiale.
Pragmatici fino in fondo, diciamo : siamo caduti così in basso che non è possibile pensare all’ interesse di bottega ed alle nuove generazioni allo stesso tempo ?
Nella determinazione dei terreni, si è messo in pista tutto il localismo di cui siamo capaci.
Ugualmente i timori di infiltrazione di aziende mafiose negli appalti dell’ Expo sono stati confermati dalla magistratura. Sembra quasi (ed è) che non si riesca a fare una attività senza prevedere l’ infiltrazione di interessi mafiosi come corollario inquietante ma imprescindibile.
Il rapporto fra Regione, Comune, Provincia e Stato è una storia di rapporti e scontri fra partiti, fra correnti, fra visioni alte e basse, fra localismi e personalismi.
Interessante anche l’ ormai obsoleto tema del coinvolgimento della Protezione Civile, nei grandi eventi. Ormai storia sommersa dai processi.
Come pure, spunto di riflessione sapere (e chi non sapeva già) che le decisioni più importanti degli ultimi anni sono state prese nella villa di Arcore e non nelle opportune sedi istituzionali.
Inquietante il fatto che parte dei terreni dell’ Expo risultano inquinati. In questa Italia non si sa mai se le rassicurazioni sono reali o esse stesse pilotate da interessi di parte.
Leggere le vicende dell’ Expo è come rileggere la storia d’ Italia degli ultimi vent’ anni. Politica, cemento, mafia, personalismi, il vuoto.
Si potesse tornare indietro forse sarebbe stato meglio non mettersi in questa avventura. Non la meritiamo e forse non la meriteremo. Recentemente il governo nazionale ha rinunciato ad una candidatura sulle olimpiadi. Si poteva fare anche allora per l’ Expo.
Presente.
Uscire dall’ Expo 2015, ad oggi costerebbe circa 50 Milioni di Euro. In aggiunta ai soldi già spesi per la sola organizzazione ed ai soldi per l’ acquisizione dei terreni.
Expo 2015 è un asset e come tale deve essere valorizzato.
Abbiamo fatto una analisi del sito dell’ Expo (http://www.expo2015.org/). Ben strutturato dal punto di vista tecnico (anche se molto tradizionale) manca totalmente di spunti reali di approfondimento.
Leggiamo, dalle cronache, aspetti collegati al rapporto fra l’ idea fondante di Boeri (Orto Planetario), interessante ma poco appetibile alle masse, e l’ argomento Smart City, così di moda, appetibile per gli sponsor. Come costruire steccati, bandiere idelogiche, brand e fare diventare questi dei limiti invalicabili per le nostre percezioni. Non un problema di soldi. Ma un problema di cultura. Di bassa capacità di superare le divisioni e cercare idee nuove e che possano costituire una base di partenza per nuove associazioni. (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/05/il-piano-expo-cambia-ancora-tagli-alle.html)
Diviene interessante capire di più della parte digitale (http://www.expo2015.org/e015). La tanto decantata innovazione che tanto fa piacere alla politica e che in Italia è indietro di circa 10 anni e che potenzialmente fa sorridere di fronte a quello che i giganti Apple, Microsoft e Google stanno facendo per rivoluzionare la nostra vita.
Il tema dell’ Expo (http://www.expo2015.org/il-tema) e il suo sviluppo (alla data) sembra relativamente povero di idee, prospettive, coinvolgimento. Sembra che tutto sia ancora da fare. Ma il tempo non è molto.
Passato e presente si fondano in una logica di piccolo cabotaggio. Sonnacchioso vivere. Idee buone ma con pochi soldi. Trotterellare in attesa di che cosa ?
Futuro.
Il futuro non lo scriviamo noi e vedremo cosa riserverà per noi.
Crisi viene dal greco “scelta”. Siamo di fronte a delle scelte. Dietro ogni cosa vediamo delle grossissime opportunità.
L’ Expo è il più grande evento che l’ Italia ospiterà nei prossimi anni. Una opportunità inestimabile per noi, per le nuove generazioni, per le nuove idee.
Il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” si adatta alle sfide del futuro. Le sfide che dobbiamo correre, non guardando più al dito, ma alla luna.
L’ Expo di Parigi della fine del 1800, si è caratterizzato per una opera provvisoria, che alla fine non è stata smontata. La Torre Eiffel. Un caso. Ma La Torre Eiffel non è ferro o acciaio (http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Eiffel).
Inizialmente ad Eiffel era stato concesso di lasciare in piedi la Torre per 20 anni, ma vista la grande utilità di questa struttura sia a causa del grande sviluppo che in quegli anni ebbero le comunicazioni via etere sia come laboratorio per studi scientifici, le fu permesso di restare anche per le generazioni future.
Quando fu costruita, si registrò una certa resistenza da parte del pubblico, in quanto si pensava che sarebbe stata una struttura poco valida esteticamente (ancora oggi è poco apprezzata da alcuni parigini, che la chiamano l'”asparago di ferro”). Tra l’altro, nel 1909 la Torre Eiffel rischiò di essere demolita perché contestata dall’élite artistica e letteraria della città; fu risparmiata solamente perché si rivelò una piattaforma ideale per le antenne di trasmissione necessarie alla nuova scienza della radiotelegrafia. Tuttavia è generalmente considerata uno degli esempi di arte in architettura più straordinari e costituisce indiscutibilmente uno dei simboli di Parigi più rappresentativi nel mondo ed è stata proposta per le sette meraviglie del mondo moderno.
Il mondo sta cambiando. Alle cose (al ferro) si stanno sostituendo le idee. Il social. Il network. Le sfide del futuro e le ricchezze sono collegate all’ immaterialità. Al brand. Ma ancora di più alle reti (fisiche, immateriali, di idee). Google per esempio è nota perchè appare tutti i giorni sul proprio computer e non per la sede, per le persone che la dirigono. Quella stessa immaterialità che ha portato 324 metri di ferro e bulloni ad essere il simbolo più conosciuto di Francia. Tutto a partire dall’ Expo del 1889.
L’ Italia, non solo Milano, ha grandi possibilità di tramutare una sconfitta in una vittoria. Deve solo giocare la partita. Perchè la partita è molto più ampia di quello che sembra. Non stiamo parlando solo dell’ Expo del 2015. Dietro ogni piccola partita si nasconde la nostra capacità o incapacità di vivere il futuro. Di riappropriarci della nostra cultura e delle nostre capacità.
“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, quale migliore sfida culturale fra sviluppo, ed ecocompatibilità.
Smart City è un concetto vecchio, datato. Quelle mode futuribili che sanno ormai di vecchio e stantio in un mondo che corre più delle nostre menti.
La sfida si gioca sullo Smart Enviroment. Il rapporto fra città e campagna. Fra sviluppo ed ambiente. Fra tecnologia ed Uomo. Fra steccati e praterie.
Non possiamo ridurre l’ Expo ad un clichè alimentare. Si riportano, in calce, alcuni articoli che testimoniano che la deriva è dietro l’ angolo. Seppure non possiamo scartare ogni ricaduta piacente e da bere.
Alberto Forchielli, grande esporto di Asia ed in particolare di Cina (http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Forchielli), in una delle sue tante conferenze, disse una cosa che colpì tutti i partecipanti : i cinesi vengono a studiare l’ Italia per come l’ Italia ha risolto il problema del rapporto fra campagna e città. Dove in Cina le città fagocitano la campagna in una lotta all’ ultimo sangue, quasi ambienti antagonisti senza nessun rapporto.
Il rapporto fra uomo e natura, fra sviluppo ed equilibrio devono essere le idee fondanti dell’ Expo. Quelle idee dove l’ Italia ha molto da dire e molto da imparare, in una logica di scambio di culture.
La prima direttrice è quindi di carattere filosofico. Il rapporto fra Uomo ed ambiente in una ottica del limite. Il Limite come sfida del nuovo millennio. Il confine come accettazione dei propri limiti, ma anche come logica di superamento delle barriere e degli steccati.
L’ Expo non è solo di Milano. E’ dell’ Italia tutta. Dei borghi. Della qualità della vita. Del modello invidiato all’ estero ed apprezzato oltre la nostra comprensione. Siamo così abituati ai buchi nelle scarpe che non sappiamo vedere che mettendo un po’ di cuoio e con poco sforzo, la nostra Italia può avere le scarpe più belle del mondo.
Dobbiamo iniziare a pensare in termini di Expo 2015. Non un obbligo. Ma una opportunità in tutti i settori. Non solo Milano. Tutta l’ Italia.
Expo 2015 può diventare il brand delle idee di una Italia nuova. Delle nuove intelligenze che si mettono in campo e vincono su un mondo che nonostante tutto ha ancora da imparare dall’ Italia (come noi dobbiamo imparare dal mondo).
Una seconda direttrice è quindi l’ Expo come opportunità per l’ Italia e per tutti noi. Non un localismo verso il mondo, ma un insieme di localismi integrati verso il mondo e che si aprono al mondo. Un nuovo Rinascimento che valorizzi le specificità in una ottica di universalità.
Al tema principale, si possono quindi fondere in coerenza, percorsi generali che permettano di vivere in sinergia con tutto il territorio italiano : il percorso delle specificità Agroalimentari, il percorso della Musica, il percorso Giuridico. Expo 2015 come brand per la valorizzazione delle specificità culturali Italiane.
La terza ed ultima direttrice è ancora più sfidante. Si parla di visitatori. 10 Milioni, 20 Milioni. Shanghai mise a segno circa 73 Milioni di visitatori. Sappiamo che l’ Expo farà fatica a raggiungere anche la metà del risultato di Shanghai.
La direttrice che trasforma il visitatore in un attore. Le nuove tecnologie stanno aprendo sfide nella collaborazione e nella azione che ogni persona può svolgere nel proprio ambiente. Expo come interpretazione vivente delle nuove frontiere di Internet e delle nuove tecnologie, che portano a nuove forme di vivere le cose. Non la banalizzazioni di realtà aumentate al servizio del visitatore. Ma porre il visitatore come centro di un fenomeno di azione che porti l’ esperienza di visita come un punto attivo di partecipazione. Internet sta portando a ripensare i modelli di business, culturali e democratici. Ma l’ esperienza diretta è comunque un valore che Internet non riuscirà a sostituire.
E’ il Crowd Expo, quindi, l’ ultima direttrice su cui fare leva. Forme nuove di partecipazione che possano essere qualcosa di più rispetto ad una semplice interazione intelligente con il proprio territorio o con la mobilità. Dalla Smart City all’ analisi dei fenomeni della Crowd Intelligence. Anche per superare il limite territoriale e fare diventare l’ evento una vera e propria sfida culturale che sorpassi la sola esperienza di visita.
Confrontarci con questi temi per noi è stato sfidante. Bisogna guardare solo al futuro, vivendo il presente e cercando di non commettere gli errori del passato.
Per adesso la sfida del presente e del passato è stata persa. Bisogna però sempre sperare e pensare che la sfida vera da vincere è quella del futuro.
Riferimenti :
Sul libro di Alessia Gallione.
http://bur.rcslibri.corriere.it/libro/5447_dossier_expo_gallione.html
Dossier alternativo :
http://www.inventati.org/offtopic/?p=1022
http://abo.gnumerica.org/dossier%20noexpo.pdf
Notizie varie :
http://www.linkiesta.it/blogs/million-dollar-play/se-il-rugby-salvera-l-expo-di-milano-2015
http://www.linkiesta.it/Expo-milano-2015