E’ importante una doverosa premessa metodologica. I nostri articoli evidenziano proposte e/o fanno il punto della situazione (limitatamente ai nostri approfondimenti). Il punto della situazione non è una visione a priori della realtà o una visione di parte ed invitiamo tutti alla critica ed a motivare i dati e le proprie considerazioni in maniera puntuale e ben argomentata. I nostri articoli sono quindi punti di partenza e non punti di arrivo.
L’ importanza della moneta nella nostra vita è testimoniata da vari aspetti. Dalla diffusione sul dibattito Euro si, Euro no, ma anche delle sempre maggiori ricerche e sperimentazioni sulle monete complementari.
Abbiamo già scritto sull’ Euro.
A riguardo dell’ argomento esistono i lavori e le considerazioni di Alberto Bagnai (http://goofynomics.blogspot.it/ e http://www.bagnai.org/).
Al di là del metodo comunicativo (più o meno condivisibile) tutte le considerazioni sono teoricamente ben argomentate ed i riferimenti sono ricchi e di valore. Abbiamo già dato alcuni riferimenti in altri articoli.
Ci permettiamo di fare alcune considerazioni a riguardo dei lavori di Alberto Bagnai. Non tanto per dare giudizi (sia mai), non tanto per confrontarci con chi ha titoli accademici specialistici nell’ area oggetto del dibattito (niente lesa maestà). Quanto per capire. Capire è necessario.
Non vogliamo entrare in nessuna polemica con alcuno e non è nostra intenzione affermare certezze, ma piuttosto fare domande. Con umiltà.
Nei migliori gialli c’ è sempre il maggiore indiziato. Arrestarlo è facile. Appare già nella prima pagina il colpevole. Ma siamo proprio sicuri ? La questione non è da poco.
Per noi è importante capire essenzialmente alcune cose :
1) uscire dall’ euro è la soluzione ? Come sostenuto nei precedenti articoli, un approccio ai problemi dell’ Italia deve essere risolutivo dei problemi dell’ Italia. La questione è : uscire dall’ Euro risolve i problemi dell’ Italia ? In questo momento noi siamo dubbiosi. Aperti ad ogni soluzione ben argomentata ma particolarmente dubbiosi.
2) esistono altre soluzioni che non abbandonare l’ euro ? La risposta è sicuramente si. Ma in questo caso non vorremmo complicare troppo il panorama.
3) efficienza della spesa pubblica. A nostro parere è l’ indiziato numero uno dei nostri problemi. Nei lavori di Alberto Bagnai non troviamo riscontri ben approfonditi delle sue affermazioni che banalizzando sostengono che la spesa pubblica non è un problema.
Eh, no! In effetti gli ordini di grandezza sembrano diversi, che ne dite? Notate: la dinamica è molto simile: il debito estero aumenta dall’ingresso nell’euro. Ma i livelli sono diversi.Sappiamo che esiste una dilettantesca genia di cialtroni per i quali conta solo il “debitopubblico”. Ecco, vediamo anche questo, perché è interessante:
http://goofynomics.blogspot.it/2013/02/la-prevalenza-del-declino.html
4) Benessere. Cosa è benessere, sviluppo, ricchezza non è facilmente identificabile. Crediamo però che il benessere possa essere collegato anche al tasso di disoccupazione. La competitività del cambio è poi indice di benessere. In linea di principio si. Ma…
Vogliamo analizzare alcuni dati. Semplici e ben documentati. Conosciamo le critiche a wikipedia, ma i dati riportati sono attendibili.
Cronologia dal 1980 al 2010.
Anno | Debito/PIL | Deficit/PIL | Inflazione | PIL (reale) | Disoccupazione |
---|---|---|---|---|---|
1980 | 56,86 | -6,97 | 21,80 | 3,43 | 7,1 |
1981 | 58,91 | -10,87 | 19,51 | 0,84 | 7,4 |
1982 | 63,58 | -10,01 | 16,46 | 0,41 | 8,0 |
1983 | 68,38 | -10,11 | 14,70 | 1,17 | 7,4 |
1984 | 74,40 | -11,48 | 10,74 | 3,23 | 7,9 |
1985 | 80,53 | -12,38 | 9,24 | 2,80 | 8,2 |
1986 | 84,52 | -11,96 | 5,82 | 2,86 | 8,9 |
1987 | 88,60 | -11,51 | 4,72 | 3,19 | 9,6 |
1988 | 90,52 | -11,05 | 5,09 | 4,19 | 9,7 |
1989 | 93,06 | -11,43 | 6,28 | 3,39 | 9,7 |
1990 | 94,65 | -11,44 | 6,10 | 2,05 | 8,9 |
1991 | 98,04 | -11,38 | 6,22 | 1,53 | 8,5 |
1992 | 105,20 | -10,37 | 5,00 | 0,77 | 8,8 |
1993 | 115,66 | -10,03 | 4,50 | -0,89 | 9,8 |
1994 | 121,84 | -9,08 | 4,16 | 2,15 | 10,6 |
1995 | 121,55 | -7,48 | 5,39 | 2,83 | 11,2 |
1996 | 120,89 | -7,01 | 3,98 | 1,10 | 11,2 |
1997 | 118,06 | -2,74 | 1,90 | 1,87 | 11,3 |
1998 | 114,94 | -2,96 | 1,98 | 1,40 | 11,3 |
1999 | 113,70 | -2,00 | 1,66 | 1,46 | 10,9 |
2000 | 108,51 | -0,91 | 2,58 | 3,69 | 10,1 |
2001 | 108,17 | -3,19 | 2,32 | 1,86 | 9,1 |
2002 | 105,15 | -3,16 | 2,61 | 0,45 | 8,6 |
2003 | 103,91 | -3,65 | 2,81 | -0,05 | 8,4 |
2004 | 103,44 | -3,57 | 2,27 | 1,73 | 8,0 |
2005 | 105,43 | -4,49 | 2,21 | 0,93 | 7,7 |
2006 | 106,10 | -3,41 | 2,22 | 2,20 | 6,8 |
2007 | 103,08 | -1,59 | 2,04 | 1,68 | 6,1 |
2008 | 105,81 | -2,67 | 3,50 | -1,16 | 6,7 |
2009 | 115,51 | -5,36 | 0,76 | -5,05 | 7,8 |
2010 | 118,43 | -5,11 | 1,64 | 1,54 | 8,4 |
Prendiamo ad esempio il dato 1992 – 1995. Il dato a cavallo fra svalutazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_monetario_europeo).
Le considerazioni che ci permettiamo di fare sono :
1) dal 1992 si verifica una svalutazione competitiva molto marcata. Infatti il saldo delle partite correnti ripercorre questa dinamica in maniera immediata, come riporta anche Bagnai che evidenzia una dinamica particolarmente marcata delle partite correnti dell’ Italia alle variazioni di cambio.
Se vediamo però la serie riportata in precedenza, è marcato l’ aumento del tasso di disoccupazione. Anche in una logica di lungo periodo, sembra che la svalutazione comunque porta a disoccupazione.
2) Il Pil Soffre nello stesso periodo. Anche con iniezioni di spesa pubblica particolarmente marcate (date dal rapporto deficit/pil) il Pil è sostanzialmente positivo, ed epurando la parte di debito (che aumenta sostanzialmente) si può dire che la dinamica del Pil è praticamente negativa (anche se a riguardo non abbiamo i dati che differenziano fra debito interno e debito esterno).
3) Se analizziamo i dati storici, uno dei migliori anni di crescita è il 2007. Bassa disoccupazione (anche se si potrebbe commentare che gli anni 2000 sono caratterizzati di indicatori di disoccupazione più generosi con la occupazione precaria e sottopagata), basso rapporto deficit / pil. Alta crescita (epurata la componente di crescita a debito).
Il punto quindi è :
se l’ uscita dall’ Euro può simulare uno scenario simile al 1992, la componente dell’ incremento della disoccupazione è particolarmente marcata (dato non particolarmente incoraggiante). Esiste una spiegazione ? E’ prevista dai modelli macroeconomici ? Il saldo delle partite correnti è correlato con gli indici di sviluppo ?
Come indicato in un articolo del blog Keynes, riportato l’ altro giorno su DeterminAzione, la disoccupazione è un tema centrale.
Crediamo quindi che il collegamento fra moneta, occupazione e spesa pubblica, debba ancora essere ulteriormente illustrato e compreso.
I lavori di Alberto Bagnai sono ben argomentati.
Si sta però diffondendo nell’ opinioni di molti che l’ Euro è IL nostro problema. Non abbiamo ancora gli strumenti per affermare il contrario e forse l’ Euro è IL problema. Ci permettiamo di dire che il rischio di confondere un problema come se fosse IL problema è altrattanto grave quanto non affrontare IL problema.
Si tratta quindi di approfondire tutti i temi correlati e soprattutto capire quanto incide la spesa pubblica inefficiente e lo stock di debito, sulla crescita e la ricchezza di una nazione.
Su questi temi specifici, non siamo riusciti a trovare materiali nei lavori di Alberto Bagnai (forse per incapacità di analisi o non conoscenza di tutti i materiali da parte nostra e nel caso ci scusiamo). Alcune affermazioni sul blog di Bagnai (riportate in questo articolo) appaiono non sufficientemente argomentate e quindi potenzialmente demagogiche (limitatamente al debito pubblico).