Che selva di contratti di lavoro.
Co.co.pro, co.co.co, tempo determinato, tempo indeterminato, a chiamata, interinale…
E’ necessario uniformare le tutele e gli obblighi. Questo è da inquadrare in un percorso anche di ridefinizione delle tutele che abbiamo già proposto.
Le azioni che si possono determinare sono:
1) Riduzione delle tipologie di lavoro, definendo solo due categorie. A tempo indeterminato ed a tempo determinato. Il tempo determinato (a logica) dovrebbe costare di più rispetto a quello indeterminato, a parità di retribuzione per il lavoratore.
Il tempo parziale dovrebbe costare su base oraria più di un corrispondente lavoro a tempo pieno.
2) Abolizione degli stage non retribuiti, sostituendoli con una revisione generale della formazione aziendale, eliminando gli abusi degli enti di formazione e permettendo alle aziende (dietro obiettivi chiari, definiti e rispettati) di introdurre nuove persone nel processo produttivo.
3) In maniera oggettiva e non ipocrita nel mondo del lavoro sta succedendo che le persone attorno ai 50 anni sono espulse dalle aziende ed i giovani non riescono a trovare lavoro.
Il salario non deve quindi prevedere l’ anzianità, ma essere un fattore basato sulle competenze.
Il salario deve essere rapportato alle reali capacità. Quindi un giovane senza il sufficiente bagaglio operativo dovrebbe essere retribuito significativamente meno delle figure più esperte (ribadiamo la parola esperte e non anziane).